Un Museo per le caravelle di Alghero


Arriva dalla Sardegna una bella notizia sul fronte della musealizzazione dei reperti subacquei: saranno infatti custodite in un nuovo Museo del Mare le già famose caravelle o caracche individuate nelle acque algheresi.
Di seguito la notizia, dal sito di algheronotizie.it

ALGHERO - Le caravelle rinvenute nel tratto di mare anti-stante camping “La Mariposa” saranno recuperate, restaurate e custodite in un museo.
E’ stato infatti votato all’unanimità nella seduta mattutina di ieri del Consiglio Comunale, l’ordine del giorno presentato dall’esponente di opposizione Angelo Piras che vede firmatari anche i consiglieri Vittorio Curedda e Gavino Scala. Le tre caracche, una delle quali, pare si sia conservata davvero in buone condizione nonostante il tempo, rappresentano uno straordinario patrimonio storico che la città può vantare oltre le mura e che non deve, quindi, andare disperso. L’unanimità della votazione del consiglio sottolinea l’ importanza di poter utilizzare questi tesori come un ulteriore mezzo di promozione della città e della sua storia.
L’ apertura da parte del sindaco che si è detto favorevole ha quindi sottolineato come sia importante unire storia e cultura al fine di valorizzare sempre più Alghero. Naturalmente si è discusso della sistemazione di queste caravelle, il consigliere Piras che aveva proposto la creazione di un apposito spazio espositivo dedicato all'archeologia marina creando così le premesse, per la realizzazione di un museo subacqueo, con un emendamento ha dato altre due alternative. Una è quella relativa all’imbarcazione meglio conservata da sistemarsi all’aeroporto potrebbe rappresentare il primo biglietto da visita per quanto riguarda la catalanità di Alghero al turista.
Mentre l’altra soluzione proposta sarebbe quella di trovare uno spazio anche al Forte della Maddalena sotto le mura aragonesi riportando così la provenienza delle barche. Anche il primo cittadino ha espresso una sua idea e cioè quella di poter trovare, un apposito spazio nel museo archeologico della città.
Fondi. Intanto si procede con il reperimento delle risorse, potrebbero essere dei fondi Por oppure, come ha spiegato lo stesso consigliere Piras, esistono due società una creata dal Ministero dei Beni Culturali “Arcus” ed una “Invitalia”, che potrebbero sostenere l’iniziativa se la ritenessero di pregio.

Commenti

  1. Duole informare che ad Alghero non si sente più parlare di questa cosa, ed i relitti giacciono sempre sotto la sabbia di fronte all'Ospedale Marino ed al Camping La Mariposa. Meglio così in ogni caso, piuttosto che affrontare le incognite di uno scavo senza fondi sufficienti. Se si pensa che per le navi di Pisa a fronte del costo di 385.000 € annui per la sola manutenzione del cantiere (senza fare scavi nè restauri) lo stato ha stanziato solo 20.000 € immaginiamo cosa succederebbe ad Alghero per 3 relitti già studiati ed attualmente ricoperti e controllati a vista. A mio parere come esperto del settore la proposta Piras (recupero di 3 relitti, restauro e musealizzazione) è da accantonare per almeno qualche anno per obiettiva impossibilità di reperimento fondi da destinare al recupero, al restauro, alla musealizzazione ed alle successive spese di mantenimento. In Sardegna non funziona neanche il Museo delle 20 navi di Olbia per totale mancanza di fondi, quindi come dare credito alle voglie di qualche piccolo politicante locale che, suggestionato da suggerimenti interessati, non sa nulla dei problemi di cui parla?

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  2. Dimenticavo di far notare come la ratifica del 2009 da parte italiana della convenzione UNESCO del 2001 impone di lasciare in situ i manufatti archeologici, quindi sott'acqua. Pertanto si sarebbe potuto ipotizzare (ai fini commerciali e turistici (sic) dal punto di vista del consiglio comunale di Alghero) una visione snorkeling in situ dei 3 relitti ma data la bassa profondità (da 2 a 3 metri) e la vicinanza all'attuale linea di costa non è pensabile di liberarli dalla sabbia, pena la rapida sparizione per le mareggiate. Lasciamoli dunque lì dove sono, per le future generazioni. E' meglio.

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