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2021.004 - Canoro, C. (ed.) (2021) Patrimonio culturale sommerso. Passaporto per il futuro. Dive in the Past. Napoli: Editoriale Scientifica.

Patrimonio culturale sommerso descrive le ricerche, i progetti, le innovazioni nel campo dell'archeologia subacquea. Patrimonio culturale sommerso racconta il caso del Parco Archeologico Sommerso di Baia: destinazione di un turismo esperienziale. Patrimonio culturale sommerso illustra il prodotto turistico innovativo Dive in the past: le applicazioni in realtà aumentata, virtuale, il serious game ambientato nel Ninfeo Sommerso di Punta dell'Epitaffio. Perché ciò che non appare in superficie è invece fruibile. Per tutti. Perché tutti possono esplorare – bagnati o asciutti – i segreti dei fondali. Se ne consiglia la lettura a chi intende approfondire la conoscenza non sempre emersa ed evidente. Se ne sconsiglia la lettura a chi non ama il mare o non abbia, comunque, curiosità alcuna per le sue recondite ricchezze. 


2021.003 - Golvin, J.-C. and Coulon, G. (2020) Il genio marittimo di Roma. Paris: Editions Errance.

Finalmente in edizione italiana! L’ingegneria marittima romana era una materia piuttosto complessa. Tra i loro numerosi compiti, gli ingegneri romani, oltre a dedicarsi a scegliere il luogo in cui costruire i porti, programmare la loro messa in opera e progettare le necessarie infrastrutture, quali ad esempio frangiflutti, moli e banchine, dovevano anche sviluppare tecniche di costruzione adeguate all’ambiente navale, senza tralasciare la realizzazione degli edifici e delle attrezzature indispensabili per il corretto funzionamento del porto: il faro, il cantiere, il deposito, lo scalo marittimo e altri monumenti di prestigio. Agli ingegneri marittimi spettava l’importante compito di prevenire l’interramento dell’area portuale. Ai più esperti veniva, inoltre, affidato l’incarico di curare delle missioni speciali, come ad esempio il trasporto eccezionale di obelischi provenienti dall’Egitto o l’elaborazione dei meccanismi del velarium che ricopriva il Colosseo. La realizzazione di opere di così grande portata lungo il bacino del Mediterraneo, spesso ostacolata dall’ambiente avverso, fu resa possibile grazie a una ingegnosa innovazione tecnica: un calcestruzzo adatto all’ambiente marino, che si posiziona in acqua e si solidifica nel tempo. Questa tipologia di materiale è ancor più resistente del calcestruzzo utilizzato ai giorni nostri, il che giustifica l’incomparabile solidità dei porti romani a distanza di 2000 anni di storia. In un volume che raccoglie le ultime ricerche sul tema, gli autori analizzano le condizioni di lavoro delle antiche costruzioni marittime romane e i problemi che ogni giorno affrontavano questi grandi ingegneri, avvalendosi, oltre che di uno studio estremamente accurato, delle straordinarie tavole ricostruttive di Jean-Claude Golvin.




2021.002 - Oniz, H., ed. (2021) Dana Island: the greatest shipyard of the ancient Mediterranean. Oxford: Archeopress.

Dana Island: The Greatest Shipyard of the Ancient Mediterranean presents the dramatic archaeological discoveries from Dana Island, off the coast of Rough Cilicia in southern Turkey, where underwater investigations and surface survey in advance of excavation have revealed nearly 300 ancient rock-cut slipways, the largest number of such naval installations discovered to date. Further slipways have been lost to erosion or await excavation. The slipways accommodated a range of different sizes of warship and are identified as ship-sheds, grouped within a shipyard area, behind which are various structures seen as workshops used in shipbuilding, as well as living spaces, military and religious buildings, managerial facilities, barn areas for animals, baths and dock areas, shops, villas, columned areas, watchtow¬ers, and many other buildings whose functions cannot yet be understood. The majority are mortarless stone structures, and some of the architectural forms show resemblances to Iron Age masonry. The volume presents and analyses the slipways, their use and possible dating. Water supply is discussed, and cisterns documented. Further chapters focus on the tombs found on the island, its geology, plant usage, and the geoarchaeology of the island’s structures. Extensive contextual sections review the island’s geographical situation and ancient naval history. Finally, computer modelling is used to produce stunning 3D visualisations of the ancient shipyard and naval base.


2021.001 - Felici, E. (2021) Antium. Archeologia subacquea e Vitruvio nel porto di Nerone. Bari: Edipuglia.
Il volume è incentrato sul porto fatto costruire da Nerone ad Antium ‘con un’enorme spesa’, come scrive Svetonio. Sui suoi resti, emersi e sommersi, l’Autore ha svolto a più riprese rilievi, prospezioni e scavi subacquei, che hanno fornito molti dati topografici e tecnico edilizi; tra cui singolari e rare sigle punzonate sui legni delle casseforme di fabbrica. La ricerca si è avvalsa non solo di fonti archeologiche, ma anche anche letterarie, cartografiche, fotografiche e aerofotografiche, fino ai documenti d’archivio e alle cartoline illustrate d’epoca, sulla base delle quali si sono ricostruiti episodi della storia moderna del complesso portuale e della sua conservazione.
Il porto di Antium si inscrive appieno nella politica di infrastrutture portuali imperiali: per la paternità neroniana, ma anche per i suoi resti archeologici, che testimoniano in modo chiaro gli avanzamenti raggiunti nel I secolo d.C. dalla tecnica di costruzione in ambiente marittimo, basati sul cementizio pozzolanico, secondo le indicazioni di Vitruvio nel De architectura. Rassegne critiche di procedimenti di costruzione in varie strutture portuali e di fonti iconografiche di soggetto marittimo contribuiscono a formare il quadro generale di queste tecnologie, in cui si riscontrano non solo i metodi vitruviani, ma anche ulteriori sistemi menzionati da altre fonti: un bagaglio operativo di ingegneria marittima che costituì la base per un programma portuale imperiale mirato alla sicurezza delle rotte. Conclude pertanto il volume una panoramica delle strategie annonarie di Nerone: un tema storico nel cui ambito il porto di Antium non va, come in passato, interpretato quale mera appendice della villa imperiale, ma piuttosto come un presidio della vitale rotta tirrenica su cui viaggiava il grano diretto a Roma.



2020.001 - Golvin, J.-C. and Coulon, G. (2020) Le génie maritime romain. Paris: Editions Errance.
On a longtemps prétendu que les Romains n’avaient pas le pied marin ! Pourtant, dès qu’ils commencent à dominer le bassin méditerranéen, ils créent et développent de nombreux ports. Pour ces aménagements, ils s'appuient sur l’étonnant savoir-faire des ingénieurs et des architectes du génie maritime afin de réaliser brise-lames, jetées, quais, entrepôts, phares, chantiers navals, cales à bateaux… Ces énormes travaux, effectués le plus souvent dans un milieu marin hostile, aboutissent à la création de quelques gigantesques complexes portuaires à l’image de Portus-Ostie, l’avant-port de Rome. Sans oublier des missions plus insolites encore, comme la lutte contre l’ensablement, le transport d’obélisques ou le déploiement des vélums du Colisée. À la pointe de la recherche archéologique, ce livre s’attache à restituer les conditions des chantiers antiques confrontés à des problèmes concrets et pratiques. Une synthèse passionnante sur un thème rarement abordé.  



2019.001 - Archaeologia Maritima Mediterranea 15/2018
Il nuovo numero della rivista diretta da Roberto Petriaggi, con una ricca serie di contributi a firma di Piero Gianfrotta (Corni, cornua Quattro teonimi su ceppi di piombo e le ancore sacre)Justin Leidwanger e Sebastiano Tusa (Marzamemi II 'Church Wreck' Excavation: 2017 Field Season)Francesco Tiboni (Per una rilettura delle navi di Glasinac), Marco D'Agostino (Operazioni di valutazione archeologica preventiva su una struttura sommersa medievale nella laguna veneziana)Michele Stefanile, Gaia Mattei, Salvatore Troisi, Pietro P. C. Aucelli, Gerardo Pappone e Francesco Peluso (Le pilae di Nisida. Alcune osservazioni geologiche e archeologiche)Barbara Davidde Petriaggi, Fabio Bruno, Antonio Lagudi, Salvatore Medaglia, Valentina Puglisi (UCRCA - Underwater Cultural Routes in Classical Antiquity. Un progetto europeo per la promozione del turismo archeologico subacqueo; Norme redazionali della casa editrice)


2017.002 - Cossa, A. (2016) Navigando sui muri. I graffiti navali del Salento (XII-XVIII secolo). Maglie: Botanica Ornamentale.
Storie di marinai, di navi e di navigazioni tra il basso Adriatico e il Canale d'Otranto, lette attraverso lo studio dei graffiti navali incisi sulla nuda pietra. Questo il contenuto del lavoro di Angelo Cossa, un prezioso strumento per lo studio di una categoria di testimonianze spesso trascurate, ma certamente utili per gettar luce su aspetti meno noti della storia, della vita e della cultura marittima salentina. 


2017.001 - Stefanile, M. (2017) Andare per le città sepolte. Bologna: Il Mulino. 
…basta un fine settimana per nuotare tra le strade e i mosaici sommersi di Baia, nel Golfo di Napoli, esplorare il Foro e le case di Pompei, e spingersi a sud, verso l’antica Paestum, con i templi austeri a vegliare su un mare di rovine.
Non solo Pompei, Ercolano o Stabia, investite dalla furia del Vesuvio nel 79 dopo Cristo: l’Italia, terra di vulcani e terremoti, guerre e dominazioni, è disseminata di antichi insediamenti urbani travolti dai secoli. Città un tempo ricche e popolose, uscite poi di scena in modi traumatici o spentesi lentamente, sopraffatte dalla natura o spianate dalle armi, incorse in un declino inesorabile. Lungo le coste o in mezzo ai monti, da Minturnae a Norba, da Tharros a Mozia, il viaggio ci condurrà alla scoperta di città intere, con le loro strade, case, terme, mura, luoghi di culto e di commercio, anfiteatri, per ritrovare le tracce di una storia millenaria che ci ha plasmato per quello che siamo. 



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