Anfore e reperti sequestrati in Sardegna dai Carabinieri
Anche se la sensibilizzazione e l'educazione dei fruitori del mare stanno dando frutti, sono ancora numerosi i cosiddetti appassionati che non resistono alla tentazione di portare a casa un'anfora o un reperto per dar lustro al proprio salone. Il Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri per fortuna riesce spesso a identificare alcuni di questi predoni del mare, e a mettere sotto sequestro i pezzi. L'ultima notizia proviene dalla Sardegna, le cui acque hanno per anni scatenato vergognose razzie da parte di sub e pescatori.
La notizia, da SardegnaOggi
CAGLIARI - Sequestrate anfore e frammenti a Quartu Sant'Elena. L'operazione è stata effettuata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Le indagini che hanno portato al sequestro dei reperti sono riconducibili ad una più vasta attività di controllo del territorio che i Carabinieri specializzati nel settore della tutela al patrimonio culturale, svolgono costantemente per il contrasto alla commercializzazione illecita di reperti archeologici nell’isola.
La presenza di questi antichi reperti è sempre più comune nelle case o nelle dimore estive di pseudo-amanti dell’arte che, pur di possedere un unicum, non si interessano ai connessi riflessi penali, sotto il duplice profilo delle responsabilità personali e dell’alimentazione, a monte della catena di commercializzazione, di comportamenti posti in essere dalla “normale” criminalità di settore.
Nelle prime ore della mattinata di oggi i militari hanno perquisito, d’iniziativa e su delega della Procura cagliaritana, due private abitazioni ove sono stati rinvenuti i preziosi manufatti. La seconda perquisizione è stata eseguita a carico di un anziano pescatore quartese con la passione per l’archeologia subacquea. I beni sequestrati hanno un valore patrimoniale di circa 15.000 euro e sono ritenuti di notevole interesse sotto il profilo storico-culturale. Sono tuttora in corso accertamenti, eseguiti con l’ausilio di funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologica di Cagliari, atti a verificare l’esatta provenienza dei beni.
Due persone sono state denunciate a piede libero all’Autorità Giudiziaria per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, violazioni in materia di ricerche archeologiche e ricettazione.
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