Tre razziatori di reperti archeologici sottomarini colti in flagrante dai Carabinieri

I "tombaroli" del mare, i predoni senza scrupoli che continuano a razziare i reperti archeologici sommersi nelle acque italiane e straniere non la passano sempre liscia: dopo gli ultimi importanti sequestri condotti dalle Forze dell'Ordine negli ultimi mesi, altri tre razziatori sono stati bloccati. Un operaio di 54 anni e due impiegati di 56 e 49 anni sono infatti stati colti con le mani nel sacco, mentre trafugavano anfore e materiali archeologici dalle acque delle Formiche, nel tratto di mare che bagna la provincia di Grosseto, e li caricavano sulla loro imbarcazione; i Carabinieri, a bordo di una motovedetta, hanno immediatamente fermato i tre e, passati a ispezionare le loro abitazioni, si sono imbattuti in un congiunto di materiali archeologici, per gran parte romani ed etruschi, di eccezionale valore: il più ingente patrimonio sommerso rinvenuto negli ultimi cinque anni, come ha dichiarato  il Comandante della Compagnia di Carabinieri di Grosseto Edoardo Acampora. Per i tre è scattata immediatamente la denuncia ed è stata aperta un'inchiesta per capire se, oltre ad allestire le loro collezioni private, i predoni fossero dediti anche alla commercializzazione dei materiali trafugati. Di certo, le loro razzie avvenivano all'interno di un'area molto vasta, comprendente l'intero Arcipelago Toscano e il Golfo di Baratti.

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