Alemanno e la nave di Ostia: "Gli archeologi stanno là a contemplarsela da mesi, per fare cosa?"



«Abbiamo fatto i salti mortali per realizzare Ponte della Scafa, ora siamo fermi da diversi mesi perché è stata trovata una nave romana. Stanno là a contemplarsela da mesi, per fare cosa? Portarla in un museo dove mi pare ci siano altre 14 navi romane, che per altro nessuno visita»: è quanto ha dichiarato l'attuale sindaco di Roma Gianni Alemanno all'assemblea dell'Acer, proseguendo poi così «Ma è possibile che ogni volta che noi troviamo ogni qualsiasi reperto diventa un elemento di contenzioso infinito e interminabile? Per cui vanno avanti con ricerche archeologiche sempre più assurde e complicate? Prendiamo atto che ci siano alcune presenze ma distinguiamo i grandi ritrovamenti e diamo una svolta. Credo che dal Governo debbano arrivare tempi certi per affrontare i contenziosi e l'aspetto di ritrovamenti di beni archeologici. E' necessaria una nuova normativa che metta insieme il problema delle opere pubbliche, dei sondaggi archeologici e del contenzioso. Non è possibile che qualsiasi opera di edilizia o urbanistica, anche se di somma urgenza, venga sempre bloccata da lentezze burocratiche e contenziosi a carattere archeologico». (Fonte: Corriere.it )

Le straordinarie scoperte del Ponte della Scafa (di cui abbiamo parlato qui e qui ) non giustificherebbero, dunque, secondo il primo cittadino della Capitale, il rallentamento dei lavori: colpa degli archeologi, con le loro ricerche 'assurde e complicate' (tralasciamo il riferimento all'attività 'contemplativa') .


Chi si occupa di archeologia ben conosce la difficoltà di far capire all'opinione pubblica l'importanza di un ritrovamento, soprattutto quando quest'ultimo ritarda il completamento di un'opera pubblica da tempo attesa. Gli abitanti di Roma o Napoli (ma per un Paese dalla densità archeologica altissima come l'Italia esempi validi si trovano ovunque) hanno assistito, non senza qualche mugugno, a una lunga serie di ritardi nell'esecuzione di opere considerate di vitale importanza per il decongestionamento del traffico cittadino come le stazioni delle nuove linee di metropolitana, a causa di scoperte archeologiche; per fortuna, l'eccezionalità dei ritrovamenti e una corretta comunicazione al pubblico da parte delle Soprintendenze, che hanno spiegato, a più riprese, e spesso a mezzo stampa, le ragioni dei cambi nelle tabelle di marcia e le nuove prospettive offerte dai  tesori riemersi dal sottosuolo, sono riuscite a offrire elementi importanti all'opinione pubblica. 
Esperienze positive come il piccolo museo -a ingresso gratuito- dedicato ai ritrovamenti emersi a Napoli durante i lavori della metropolitana, riescono a fornire ogni giorno una risposta valida a chi si domanda cosa ci possa essere di tanto importante da poter bloccare per anni alcuni punti-chiave del centro cittadino. Le stesse Autorità, non ultima la pur criticatissima giunta uscente partenopea, non hanno mai preso posizione contro i cantieri archeologici del centro, ma hanno sempre sottolineato il valore delle scoperte.
Lascia quantomeno perplessi, perciò, la dichiarazione del sindaco di Roma, chiamato a governare una città complessa, certo, ma depositaria di un patrimonio archeologico straordinariamente imponente. Così come lascia perplessi la proposta di distinguere i grandi ritrovamenti, soprattutto di fronte alla scoperta di reperti di tale importanza. Non si può pretendere, certo, che le Autorità siano a priori informate sul valore di una scoperta archeologica, ma sarebbe fondamentale che venissero informate in merito. Per gli archeologi  è già molto difficile essere considerati una risorsa e non un fastidio dal pubblico. Se viene meno l'appoggio delle Autorità, diventa davvero dura.

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