Riemerge l'ancora della nave che portò la peste a Marsiglia

Sarà esposta dal 2013 davanti all'ingresso del Museo di storia di Marsiglia, attualmente in fase di ampliamento, la possente ancora del Grand-Saint-Antoine, il veliero che portò in Provenza la peste del 1720. L'ancora, pesante una tonnellata, era stata rinvenuta nel 1978 da alcuni subacquei dell'INPP, l'Istituto Nazionale di Subacquea Professionale di Francia, nelle acque dell'ile Jarre, sul fondo di uno dei tipici calanques che caratterizzano il profilo delle coste del litorale e delle isole marsigliesi. Si è deciso ora di procedere al recupero del reperto e alla sua musealizzazione, in considerazione del suo grande valore simbolico: il Grand-Saint-Antoine, infatti, mercantile a tre alberi salpato dalle coste siriane nel mese di luglio 1719 con un carico di stoffe pregiate contaminate dai bacilli della peste, approdò a Marsiglia il 25 maggio 1720, dopo una lunga traversia funestata dal decesso dei primi marinai contagiati. Eludendo le procedure precauzionali di quarantena grazie alle pressioni degli armatori presso i porti di Livorno e della stessa città provenzale, la nave ebbe modo di restare al molo cittadino per oltre un mese, diffondendo il morbo in città. Solo quando la pestilenza iniziò a falciare vite in maniera massiccia, le Autorità si resero conto del fatale errore, e ordinarono una tardiva quarantena all'ile Jarre. Un mese dopo giunse l'ordine di dar fuoco alla nave, i cui resti giacciono ancora sui fondali dell'isola. 
L'ancora permetterà così di ricordare la storia dell'epidemia marsigliese, che causò oltre 120.000 vittime in Provenza e dimezzò la popolazione della grande città portuale, durante un periodo di oltre tre anni. 



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