Un "galeone" nelle acque di Giulianova (TE), e la solita storia della caccia al tesoro (con forziere e dobloni)

Sembra confermata la notizia, trapelata da poche ore, del rinvenimento di un relitto nelle acque di Giulianova (TE), lungo il litorale adriatico abruzzese. La scoperta sarebbe da attribuirsi a Walter Squeo, segretario regionale di Federpesca Abruzzo e capo del consorzio di gestione delle vongolare, che avrebbe dichiarato, rientrando da un'uscita di raccolta di molluschi: “All’interno di uno dei cestini ho trovato una strana bottiglia contenente ancora del liquido, apparentemente vino. Inoltre in quel punto l’acqua era così limpida che si riusciva a vedere il fondale, nonostante il moto ondoso dei giorni precedenti. Io ho avuto l’impressione che ci fosse uno scafo adagiato su un fianco con un grosso albero al centro”.

Si tratterebbe di un galeone, secondo quanto riferito (ma chi si occupa di archeologia subacquea sa bene quanta confusione esista quando ci si riferisce a una qualsiasi imbarcazione a vela): "su questi fondali, a meno di 2 miglia dalla costa, ad una profondità di appena 9 metri, giace un’imbarcazione che avrebbe all’incirca 300, forse 400 anni. Sembra un galeone, di quelli con alberi maestosi che solcavano i mari caraibici agli inizi del XVIII secolo."

Il sindaco Mastromauro, dopo una breve ricognizione della Croce Rossa Italiana (sic!) ha rilasciato un'intervista affermando che "si tratta di una scoperta che ha dell’incredibile, se confermata. Valuteremo l’ipotesi di creare un museo subacqueo in quel punto. Chiaro che i tesori dovranno essere recuperati. E credo che al Comune di Giulianova spetti anche una parte del valore. Mi hanno riferito che sotto uno strato di mezzo metro di sabbia e fango potrebbe trovarsi persino un forziere contenente pietre preziose e monete in oro. Il valore? Per adesso inestimabile. Ma potremmo superare i 30milioni di euro”.

La scoperta di un relitto nella zona è senza dubbio possibile (si pensi al cd. galeone di Pesaro), anche se il fondo sabbioso dell'Adriatico e l'impatto della pesca a strascico non facilitano le ricerche archeologiche.  Colpisce, comunque, la quantità di imprecisioni e di informazioni fuorvianti rilasciate a mezzo stampa. A cominciare dalle foto di strane anfore e cannoncini pubblicate ad esempio qui e riprese nella pagina facebook MIBACT Archeomar.

Si tratta in realtà dei cannoni del galeone San José, scoperto in Colombia e annunciato alla stampa lo scorso 6 dicembre [ne parlavamo qui]: le foto sono quelle ufficiali rilasciate dal governo colombiano.
Pericolosa anche la definizione di tesoro in mare, per un sito ancora non al sicuro e potenzialmente allo scoperto. Assolutamente delirante, poi, la stima del suddetto 'tesoro' in un valore di trenta milioni di euro, così come le immagini romantiche del forziere con oro e dobloni (degne di un buon film Disney, o di un kit Lego), e le rivendicazioni di un presunto premio per il Comune (!).

Per non parlare delle presunte dispute tra campanili:
C’è un aspetto però che Mastromauro non tiene al momento in considerazione. Lo scafo è adagiato, secondo le coordinate fornite da Squeo e dai rilievi del nucleo sommozzatori con il sistema Gps, tra Giulianova (lato di poppa) e Cologna Spiaggia (lato di prua), quindi nel territorio comunale di Roseto. Il sindaco Enio Pavone questa mattina sarà informato dalle autorità. E’ chiaro che potrebbe aprirsi un contenzioso. Ma non spetterà né a Mastromauro, né a Pavone prendere decisioni. Bensì alla Soprintendenza del Mare ai Beni Archeologici Subacquei.
Si tranquillizzino, sindaci e articolista: in Italia non esiste nessuna Soprintendenza del Mare ai Beni Archeologici Subacquei, anche se tante volte si è pensato di crearne una sul modello dell'esistente (quella, si) Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. E in ogni caso le (chiare) leggi dello Stato in maniera di rinvenimenti, terrestri e subacquei, non permetteranno liti tra sindaci.

Cautela. Nel caso di rinvenimenti subacquei ci vorrebbe sempre cautela. E politici, giornalisti, "scopritori" dovrebbero pensarci. Speriamo che nel forziere del galeone, tra dobloni e preziosi, trovino anche un po' di buon senso.


Giulianova, tesoro in mare...


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