All'ISCR il restauro di due reperti della Battaglia delle Egadi

Prosegue la collaborazione tra l’ISCR - Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana con il restauro di due reperti di eccezionale importanza, dopo il Satiro Danzante di Mazara del Vallo. Sono, infatti, arrivati a Roma, presso il Laboratorio Metalli dell’Istituto, un elmo di tipo “Montefortino” e un rostro punico con iscrizione

Entrambi i reperti provengono dai fondali delle Isole Egadi, al largo della costa trapanese, dove da anni la Soprintendenza del Mare è impegnata, grazie anche al supporto di partner internazionali, in ricerche strumentali e immersioni dirette in alto fondale (concentrate nel 2017 sulla batimetrica tra i -75 e i -95 mt.) nei luoghi che videro le flotte di Roma e Cartagine confrontarsi nell’epica battaglia che sancì nel 241 a.C. la fine della Prima Guerra Punica.

Il rostro, il tredicesimo recuperato nelle acque dell’arcipelago, è il secondo ad aver restituito (per il momento) un’iscrizione punica. Il restauro da parte dei tecnici dell’ISCR sarà fondamentale per rendere leggibili i caratteri impressi sulla superficie del manufatto, e per consentire così una corretta interpretazione storica di un’arma navale terribilmente efficace nel mondo antico e fortemente evocativa ancora oggi.

Per quanto riguarda l’elmo, uno dei dieci recuperati nel corso della campagna di ricerche 2017, colpisce per la presenza sulla sua sommità di un’applique raffigurante la pelle del leone nemeo, trofeo della prima fatica di Eracle: un chiaro segno di distinzione, di cui si conosce ancora poco, ma che può certamente raccontare molto delle insegne militari di età romano-repubblicana e dei simboli di rango in uso tra le file dell’esercito di Roma antica.

Per l’unica soprintendenza italiana interamente dedicata al patrimonio sommerso, la collaborazione con l’ISCR, il cui NIAS (Nucleo Interventi di Archeologia Subacquea) diretto da Barbara Davidde ha da poco festeggiato i vent’anni di attività, non poteva che essere foriera di ottimi risultati. Se il restauro dello straordinario Satiro danzante di Mazara del Vallo, nel 1998, in accordo con l’allora Soprintendenza Archeologica di Trapani, è stato un momento eccezionale per la storia del restauro di materiali di provenienza subacquea, la collaborazione con le istituzioni siciliane e con la Soprintendenza del Mare è proseguita negli anni con progetti e sperimentazioni di indubbio valore, come nel caso dei cannoni in metallo di Cala Spalmatore a Marettimo, dove è stato sperimentato un innovativo sistema di protezione in situ, secondo i dettami della Convenzione UNESCO del 2001 per la Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo.

Foto ISCR/Soprintendenza del Mare

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