Kamarina, conclusa la IV campagna di ricerca dell'Università di Udine sul Relitto delle Colonne

Si è appena conclusa la IV campagna di ricerche archeologiche subacquee promosse dall'Università di Udine sul Relitto delle Colonne di Kamarina, in Sicilia. L'équipe guidata da Massimo Capulli, pur se a ranghi ridotti per le restrizioni dovute al Covid, ha potuto proseguire le attività del Progetto Kaukana, nato nel 2017 da un accordo tra Università e Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, con la collaborazione dell'Institute of Nautical Archaeology, approfondendo lo studio della navis lapidaria di età imperiale posata sui bassi fondali della baia di Kamarina, nel ragusano. 

Attività di scavo al di sotto del carico (foto M. Capulli)

Quest'anno, in particolare, è stato possibile scavare nel sedimento sabbioso rimettendo in luce parte dell'architettura navale: un istruttivo spaccato dello scafo, che è stato opportunamente documentato, con moderne tecniche di acquisizione tridimensionale, e che riuscirà a fornire nuovi dettagli su un naufragio finora noto per il suo colossale carico, che comprendeva delle gigantesche colonne di marmo giallo numidico, dei blocchetti di marmo e arenaria e delle anfore di provenienza africana.  

Come ha raccontato direttamente Capulli, «Il relitto di Kamarina, e per la precisione la porzione di scafo che si è conservata, è più ampia di quanto fino ad oggi supposto. Le ricerche condotte questa estate hanno difatti permesso di estendere lo scavo e di seguire la fiancata orientale ben oltre quelli che erano i limiti ipotizzati. Qui sono così stati individuati e documentati alcuni elementi “alti” dell’ossatura trasversale della nave, fondamentali per uno studio ricostruttivo della nave».

Risultati che hanno soddisfatto anche la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni, che ha dichiarato «Dopo un periodo di grande difficoltà per tutto il Paese era necessario riprendere, sia pur gradualmente, le attività di ricerca e studio dei siti culturali della Sicilia al fine di non disperdere tutto il prezioso patrimonio scientifico accumulato nei decenni con le numerose collaborazioni con le istituzioni accademiche e scientifiche nazionali ed internazionali, con l'impegno di proseguire e sviluppare ulteriormente tutte le iniziative precedentemente avviate e sostenute da Sebastiano Tusa e che devono essere portate a compimento, tra le quali, appunto, l’approfondimento dell’indagine di una nuova sezione del relitto». 


Elaborazione preliminare della fotogrammetria (M. Capulli)








Commenti

Post più popolari