Un'ancora litica dalle acque della Sardegna
Dalle limpide acque di Bosa (Oristano), sulla costa occidentale della Sardegna, è stata recuperata pochi giorni orsono dai sommozzatori della Guardia di Finanza un'antica ancora litica, del tipo a tre fori (uno per la cima, due per le marre lignee), largamente diffuso nel Mediterraneo prima dell'introduzione delle ancore a ceppo litico e poi metallico. L'interessante manufatto, del peso di circa 50 chili, è stato segnalato alle Fiamme Gialle dai sub del Diving Malesh, uno dei centri di immersione operanti sul territorio. Come da prassi, sono state effettuate anche ricognizioni nell'area del rinvenimento per verificare la possibile presenza di ulteriori resti archeologici.
Pochi mesi fa, agli inizi di settembre, un'altra ancora litica era stata recuperata 200 chilometri più a sud, nel Golfo di Palmas; oggi è esposta nel Museo Archeologico di Sant'Antioco. Anche in quel caso, la segnalazione era arrivata da un subacqueo sportivo, che aveva opportunamente indicato le coordinate alle Autorità.
Al di là dei rinvenimenti in questione, certamente di grande fascino per il richiamo a antichissime navigazioni, e sicuramente interessanti per le informazioni relative alla frequentazione delle coste sarde in tempi remoti, la buona notizia è forse proprio il sempre maggiore coinvolgimento di sportivi e semplici cittadini, che fanno il loro dovere segnalando e di fatto proteggendo il Patrimonio. Se è vero che accade purtroppo ancora frequentemente di leggere di sequestri da parte delle Forze dell'Ordine nelle case di incalliti saccheggiatori dei fondali, sempre più spesso il contributo degli sportivi si rivela importante.
Segnaliamo anche un interessante video relativo al rinvenimento, disponibile su Youtube e inserito nella playlist di Archeologia Subacquea Channel relativa al Patrimonio Culturale Subacqueo presente nelle acque italiane .
Pochi mesi fa, agli inizi di settembre, un'altra ancora litica era stata recuperata 200 chilometri più a sud, nel Golfo di Palmas; oggi è esposta nel Museo Archeologico di Sant'Antioco. Anche in quel caso, la segnalazione era arrivata da un subacqueo sportivo, che aveva opportunamente indicato le coordinate alle Autorità.
Al di là dei rinvenimenti in questione, certamente di grande fascino per il richiamo a antichissime navigazioni, e sicuramente interessanti per le informazioni relative alla frequentazione delle coste sarde in tempi remoti, la buona notizia è forse proprio il sempre maggiore coinvolgimento di sportivi e semplici cittadini, che fanno il loro dovere segnalando e di fatto proteggendo il Patrimonio. Se è vero che accade purtroppo ancora frequentemente di leggere di sequestri da parte delle Forze dell'Ordine nelle case di incalliti saccheggiatori dei fondali, sempre più spesso il contributo degli sportivi si rivela importante.
Segnaliamo anche un interessante video relativo al rinvenimento, disponibile su Youtube e inserito nella playlist di Archeologia Subacquea Channel relativa al Patrimonio Culturale Subacqueo presente nelle acque italiane .
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