'Santa Maria', la scoperta che non c'è

L'annuncio da parte di Barry Clifford del ritrovamento di un relitto identificabile con la Santa Maria, ammiraglia della flotta di Cristoforo Colombo al tempo della scoperta del Nuovo Mondo, è stato, prevedibilmente, ripreso da tutti i maggiori organi di stampa internazionali.

Da parte nostra restiamo fortemente scettici di fronte al rinvenimento e alle reali possibilità di identificazione del relitto nelle scarse evidenze segnalate dagli scopritori, consci peraltro di quanto frequente sia, nel mondo del treasure hunting al quale, negli anni, Clifford ha dimostrato di appartenere, la tendenza ad azzardare ipotesi tanto affascinanti quanto prive di basi scientifiche, nel tentativo di ottenere notorietà e ricadute economiche positive. 
Riportiamo di seguito quanto abbiamo pubblicato, poche ore fa, sull'Huffington Post, sull'argomento:



Sul fondo del Mar dei Caraibi, a nord dell'isola di Haiti, tra acque cristalline e famelicitiburones, un mucchio di pietre di zavorra e, forse, un cannone, conservano, da cinque secoli, l'ultima traccia archeologica della più famosa scoperta geografica dell'umanità:signore e signori, gli scarni reperti son ciò che resta della Santa Maria, la nao capitanadell'Ammiraglio del Mare Oceano, lo scopritore del Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo. Lo dice l'Independent, e, a ruota, lo riprendono la CNN e i maggiori organi di stampa mondiali, citando le dichiarazioni del fascinoso esploratore degli abissi, autore della scoperta e dunque scopritore di scopritori, l'americano Barry Clifford.
Se fosse vero, sarebbe una delle più grandi scoperte dell'archeologia subacquea mondiale, soprattutto per il valore simbolico che quei pochi resti conserverebbero. Se fosse vero. Il fatto è che di Sante Marie, negli anni, ne hanno 'scoperte' già parecchie, e che, a scorrere la notizia, al di là del titolo sensazionalistico, si capisce subito che il rinvenimento, come è ovvio che sia, è tutt'altro che sicuro CONTINUA A LEGGERE SULL'HUFFINGTON POST 

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