Un Master e una nuova nave da ricerca: l'Università di Cadice punta sull'archeologia subacquea

Che l'Università di Cadice si preparasse a convertirsi in uno dei nuovi poli di ricerca archeologica subacquea a livello internazionale, si era capito già da qualche mese, con l'arrivo ufficiale, nell'ateneo gaditano, di Xavier Nieto

Personaggio emblematico, questo Re Mida dell'archeosub ha attraversato gli ultimi decenni trasformando in 'oro' tutte le sedi in cui ha operato, creando strutture e poli di ricerca e formando più di una generazione di professionisti: dapprima in Catalogna, dove ha diretto il CASC, il Centro di Archeologia Subacquea con sede a Girona, guidando campagne di prospezioni e scavi di relitti lungo tutto il territorio della comunità, dal Cap de Creus, al confine con la Francia, alla foce dell'Ebro, sempre a bordo del Thetis, l'unità navale da 23 metri su cui si sono formati decine di archeologi, molti dei quali provenienti dal Master organizzato nel 2007 presso l'Università di Barcellona, una rarità sul panorama europeo.  

Poi, anni di collaborazione con l'UNESCO, un ruolo chiave nella lotta (vinta) della Spagna contro i cacciatori di tesori di Odyssey, fuggiti negli Stati Uniti con  tonnellate di monete strappate allo scafo della fregata Mercedes, e infine la direzione dell'ARQVA, l'innovativo Museo Nazionale di Archeologia Subacquea costruito nel cuore del porto di Cartagena; una direzione breve e interrotta prematuramente, ma significativa per la mole di lavoro lasciata in eredità ai successori: i laboratori Arquatec, nel poligono industriale cittadino, l'organizzazione del primo maxiconvegno nazionale per raccogliere tutti i lavori di archeologia subacquea svolti nella Penisola Iberica (i cui Atti sono stati già resi disponibili online, e sono ormai editi anche in forma cartacea), la schedatura e la collocazione online di tutta la bibliografia scientifica disponibile relativa a temi legati all'archeosub di Spagna

Da qualche mese Nieto è al lavoro nel Campus de Excelencia Internacional del Mar, all'interno dell'Università di Cadice, e, come era prevedibile, i primi risultati di questa nuova tappa sono già in corso di preparazione: per il 2016/2017 si prevede l'istituzione ufficiale di un nuovo Master in Archeologia Nautica e Subacquea, attualmente in corso di approvazione. Ma c'è di più: nei bacini navali del Puerto de Santa Maria è in corso di allestimento una nuova nave per la ricerca archeologica subacquea, la seconda in Spagna, dopo il Thetis; l'Ucadiz, questo il nome dell'unità, con i suoi 25 metri di lunghezza e tutte le attrezzature necessarie al lavoro in mare, permetterà di accogliere 12 ricercatori e 4 membri dell'equipaggio, e di effettuare attività di archeologiche in un mare, quello del Fretum Gaditanum, che nel corso dei millenni ha visto passare, e affondare, centinaia di navi, dai primi scafi che osarono varcare le colonne d'Ercole nell'Antichità, fino alle grandi flotte che si scontrarono a Trafalgar. 

L'investimento di 1,5 milioni di euro, cofinanziati dall'Europa e dalla Junta de Andalucia, non è cosa da poco, ma i risultati non tarderanno a venire. In Italia riusciremo mai a vedere qualcosa di simile? 

Commenti

Post più popolari