Gaeta, gli archeologi subacquei dell'Orientale di Napoli al lavoro nella villa romana di Fontania
Il grande complesso, caratterizzato da imponenti piloni, articolate architetture e grandiose strutture realizzate a partire dall'età tardo-repubblicana, si affacciava su una delle baie più suggestive del litorale laziale, sfruttandone la conformazione naturale, e al tempo stesso plasmando il paesaggio secondo il gusto e le necessità dei proprietari.
Non resta molto, oggi, dell'antica residenza sull'aspro promontorio di Fontania, profondamente trasformato dal proliferare di villini e costruzioni moderne vista mare; si conservano invece ancora notevoli evidenze sulla spiaggia, già opportunamente documentate da recenti lavori della Soprintendenza Archeologica del Lazio, e importanti resti nello specchio acqueo antistante, protetti dall'aumento del livello del mare nel corso dei secoli.
I lavori nella villa di Fontania sono stati svolti nell'ambito del Southern Latium Underwater Survey, progetto di ricerca dell'ateneo partenopeo in convenzione con la Soprintendenza Archeologica, e si inseriscono nel solco delle campagne già svolte a Gianola (2013 e 2014) e Sperlonga (2014 e 2015).
Le indagini hanno permesso di mettere a fuoco l'estensione e la complessità delle strutture architettoniche superstiti, testimonianze preziose ed estremamente fragili di una civiltà che seppe intervenire massicciamente sul paesaggio costiero, valorizzandone le bellezze e le particolarità, all'interno di uno scenario unico al mondo.
Toccherà adesso agli archeologi impegnati sul campo elaborare i dati raccolti e procedere a una ricostruzione affidabile dell'imponente residenza.
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