Gaeta, gli archeologi subacquei dell'Orientale di Napoli al lavoro nella villa romana di Fontania
Si sono appena concluse le ricerche sul campo dell'Università di Napoli "L'Orientale" nella grande villa marittima di età romana semisommersa in località Fontania, a Gaeta (LT).
Il grande complesso, caratterizzato da imponenti piloni, articolate architetture e grandiose strutture realizzate a partire dall'età tardo-repubblicana, si affacciava su una delle baie più suggestive del litorale laziale, sfruttandone la conformazione naturale, e al tempo stesso plasmando il paesaggio secondo il gusto e le necessità dei proprietari.
Il grande complesso, caratterizzato da imponenti piloni, articolate architetture e grandiose strutture realizzate a partire dall'età tardo-repubblicana, si affacciava su una delle baie più suggestive del litorale laziale, sfruttandone la conformazione naturale, e al tempo stesso plasmando il paesaggio secondo il gusto e le necessità dei proprietari.
Non resta molto, oggi, dell'antica residenza sull'aspro promontorio di Fontania, profondamente trasformato dal proliferare di villini e costruzioni moderne vista mare; si conservano invece ancora notevoli evidenze sulla spiaggia, già opportunamente documentate da recenti lavori della Soprintendenza Archeologica del Lazio, e importanti resti nello specchio acqueo antistante, protetti dall'aumento del livello del mare nel corso dei secoli.
Proprio su questi avanzi di antiche strutture, periodicamente scoperti e ricoperti dalle mareggiate e dalla sabbia, gli archeologi e gli studenti dell'Orientale, guidati da Fabrizio Pesando e Michele Stefanile, hanno concentrato le loro attività di ricerca, documentando fasi e interventi edilizi, periodi di frequentazione e di abbandono, soluzioni architettoniche e gusti decorativi.
I lavori nella villa di Fontania sono stati svolti nell'ambito del Southern Latium Underwater Survey, progetto di ricerca dell'ateneo partenopeo in convenzione con la Soprintendenza Archeologica, e si inseriscono nel solco delle campagne già svolte a Gianola (2013 e 2014) e Sperlonga (2014 e 2015).
Le indagini hanno permesso di mettere a fuoco l'estensione e la complessità delle strutture architettoniche superstiti, testimonianze preziose ed estremamente fragili di una civiltà che seppe intervenire massicciamente sul paesaggio costiero, valorizzandone le bellezze e le particolarità, all'interno di uno scenario unico al mondo.
Toccherà adesso agli archeologi impegnati sul campo elaborare i dati raccolti e procedere a una ricostruzione affidabile dell'imponente residenza.
I lavori nella villa di Fontania sono stati svolti nell'ambito del Southern Latium Underwater Survey, progetto di ricerca dell'ateneo partenopeo in convenzione con la Soprintendenza Archeologica, e si inseriscono nel solco delle campagne già svolte a Gianola (2013 e 2014) e Sperlonga (2014 e 2015).
Le indagini hanno permesso di mettere a fuoco l'estensione e la complessità delle strutture architettoniche superstiti, testimonianze preziose ed estremamente fragili di una civiltà che seppe intervenire massicciamente sul paesaggio costiero, valorizzandone le bellezze e le particolarità, all'interno di uno scenario unico al mondo.
Toccherà adesso agli archeologi impegnati sul campo elaborare i dati raccolti e procedere a una ricostruzione affidabile dell'imponente residenza.
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