Aeolian Islands Underwater Archaeology Project

L'Aeolian Islands Underwater Archaeology Project, che ha visto per questa stagione sub e tecnici impegnati nei fondali di Lipari, Filicudi e Panarea, sotto la direzione di Sebastiano Tusa e Roberto La Rocca, mira a una maggiore conoscenza del grande patrimonio disseminato nelle acque dell'arcipelago eoliano, in particolare intorno a batimetriche ancora poco accessibili alla subacquea ricreativa, laddove relitti e siti sono tuttora perfettamente integri e ben conservati.

A Lipari sono invece stati svolti approfondimenti nello straordinario contesto della Secca di Capistello, dove sono stati rinvenuti un ceppo in piombo di età ellenistico-romana completo di contromarra, una brocchetta pertinente probabilmente al corredo di bordo di una delle navi inabissatesi nell’areale e un altare votivo che faceva parte della dotazione di bordo (louterion), completo di base e colonna modanata. Quest'ultimo, in particolare, costituisce una scoperta eccezionale per la rarità del ritrovamento e per la difficoltà del recupero. Il reperto, infatti, si trovava alla ragguardevole profondità di 114 metri, in prossimità di uno strapiombo abissale. Il recupero è stato fatto dal team di subacquei GUE con un’immersione durata oltre 5 ore, grazie all’utilizzo di rebreathers.
Le attività si sono concluse nell'isola di Filicudi, dove sono state condotte delle prospezioni ad ampio spettro tra gli 80 e i 100 metri di profondità, coprendo tutto il settore compreso tra il porto e la secca di Capo Graziano. Durante le immersioni è stata effettuata anche la verifica dello stato di salute e la documentazione video fotografica del famoso relitto della nave posacavi "Città di Milano", inabissatasi nei pressi della Secca di Capo Graziano ad una profondità prossima ai 130 metri.
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