La favolosa scoperta del San José e i timori sul suo destino
Sul fondo del Mar dei Caraibi esiste un immenso cimitero di navi: una preziosa capsula del tempo, in grado di raccontare centinaia di storie di commerci, di battaglie, di pirati, ma anche un congiunto di favolose ricchezze, oro, argento, pietre preziose, lungamente al centro delle mire dei cacciatori di tesori di mezzo mondo.
Ora, una di queste navi, una delle più cercate, sarebbe stata finalmente ritrovata. E' stato direttamente il Presidente della Colombia a informare, infatti, che 'sin lugar a duda' sarebbe stato localizzato nelle acque delle Islas Rosario, 307 anni dopo il suo naufragio, il relitto del galeone San José.
Una nave leggendaria, forse più per i cacciatori di tesori che per gli archeologi, in virtù del suo favoloso carico di 11 milioni di monete d'oro, lingotti d'argento e smeraldi. Una grande unità navale affondata nel 1708 mentre cercava di rifugiarsi nel porto di Cartagena de Indias, costretta ad annullare la sua traversata atlantica e l'invio del suo prezioso carico alla corona di Spagna, a causa di scontri con le navi inglesi.
La scoperta, se confermata, sarebbe di importanza mondiale. Sul fondo, come mostrano le prime foto diffuse dagli archeologi, sono ancora visibili grandi quantità di ceramica, cannoni di bronzo, vetri, parte del legno dello scafo. La grande profondità sarebbe riuscita a preservare la nave sia dalle spedizioni dei cacciatesori che dai danni biologici che le calde e salate acque superficiali dei Caraibi solitamente causano ai relitti lignei.
Cosa succederà adesso? Il Presidente ha annunciato l'inizio di una lunga fase di lavori archeologici per il recupero dei materiali, e per la costituzione di un Museo a Cartagena de Indias. I vertici del ICANH, l'Istituto Colombiano di Antropologia e Storia sono specialisti di indubbio valore, e vigileranno certamente sulle operazioni. Non manca, però, nella comunità scientifica, un sottile timore sul destino del San José: la Colombia, in effetti, non ha mai ratificato la Convenzione UNESCO per il Patrimonio Culturale Subacqueo, e nel 2013 diede molto da discutere per la promulgazione di una legge in cui accettava e promuoveva la collaborazione con compagnie di ricerca private in cambio di una parte dei rinvenimenti: furono in molti, allora, a gridare contro quello che sembrò un patto pericoloso, ed è evidente che il caso del San José potrà dirci molto sulle intenzioni della Colombia nei riguardi del patrimonio subacqueo presente nelle proprie acque.
Ora, una di queste navi, una delle più cercate, sarebbe stata finalmente ritrovata. E' stato direttamente il Presidente della Colombia a informare, infatti, che 'sin lugar a duda' sarebbe stato localizzato nelle acque delle Islas Rosario, 307 anni dopo il suo naufragio, il relitto del galeone San José.
Una nave leggendaria, forse più per i cacciatori di tesori che per gli archeologi, in virtù del suo favoloso carico di 11 milioni di monete d'oro, lingotti d'argento e smeraldi. Una grande unità navale affondata nel 1708 mentre cercava di rifugiarsi nel porto di Cartagena de Indias, costretta ad annullare la sua traversata atlantica e l'invio del suo prezioso carico alla corona di Spagna, a causa di scontri con le navi inglesi.
La scoperta, se confermata, sarebbe di importanza mondiale. Sul fondo, come mostrano le prime foto diffuse dagli archeologi, sono ancora visibili grandi quantità di ceramica, cannoni di bronzo, vetri, parte del legno dello scafo. La grande profondità sarebbe riuscita a preservare la nave sia dalle spedizioni dei cacciatesori che dai danni biologici che le calde e salate acque superficiali dei Caraibi solitamente causano ai relitti lignei.
Cosa succederà adesso? Il Presidente ha annunciato l'inizio di una lunga fase di lavori archeologici per il recupero dei materiali, e per la costituzione di un Museo a Cartagena de Indias. I vertici del ICANH, l'Istituto Colombiano di Antropologia e Storia sono specialisti di indubbio valore, e vigileranno certamente sulle operazioni. Non manca, però, nella comunità scientifica, un sottile timore sul destino del San José: la Colombia, in effetti, non ha mai ratificato la Convenzione UNESCO per il Patrimonio Culturale Subacqueo, e nel 2013 diede molto da discutere per la promulgazione di una legge in cui accettava e promuoveva la collaborazione con compagnie di ricerca private in cambio di una parte dei rinvenimenti: furono in molti, allora, a gridare contro quello che sembrò un patto pericoloso, ed è evidente che il caso del San José potrà dirci molto sulle intenzioni della Colombia nei riguardi del patrimonio subacqueo presente nelle proprie acque.
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