Porto di Napoli, archeologi subacquei al lavoro sui relitti della flotta borbonica

Sono stati presentati oggi, alla presenza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e del presidente dell'autorità portuale Pietro Spirito, i risultati delle indagini archeologiche subacquee appena eseguite sui fondali del porto di Napoli.

Prevedibilmente, le acque del bacino partenopeo si sono ben presto rivelate essere un preziosissimo scrigno di tesori storici, restituendo affascinanti  testimonianze della storia marittima cittadina.

Tra legni, cannoni e abbondante ceramica, gli archeologi sono riusciti a individuare e documentare in particolare il relitto di una corvetta borbonica da 24 cannoni, la Flora, una delle 112 navi sacrificate 218 anni orsono, nel corso degli eventi che portarono alla rivoluzione del 1799. Il relitto, che mostra tracce di incendio e pesanti danneggiamenti dovuti alle operazioni di ancoraggio, giace tra il molo Immacolatella Vecchia e il Piliero; lo scafo si conserva per una lunghezza di quasi 30 metri e una larghezza di 8.

Ritorna alla luce, dunque, una pagina significativa della storia dell'Armata di Mare, su cui la città dovrà puntare con decisione: questo l'auspicio anche da parte del sindaco, che ha sottolineato con decisione il valore dei rinvenimenti e la necessità di riavvicinare Napoli al suo porto, al suo mare.







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