Tous les bateaux du monde

Alcuni mesi fa annunciavamo la mostra 'Tous les bateaux du monde', al Musée de la Marine di Parigi, dedicata a modelli navali di ogni parte del mondo.
Pubblichiamo con piacere l'articolo dell'amico Alessandro Asta, archeologo subacqueo, che ha avuto modo di visitarla,  e che ringraziamo di cuore. Ne approfittiamo per segnalare anche il link per scaricare,  gratuitamente, l'interessante catalogo  .

Tous les bateaux du monde


La fabuleuse collection de l'amiral Pâris

10 marzo – 1 novembre 2010

Parigi, palais de Chaillot – Musée National de la Marine


Impreziosita da un titolo accattivante, da uno spazio espositivo degno delle aspettative e curato nei minimi particolari, da un comitato scientifico d'alto livello (in cui spicca la figura del prof. Eric Rieth), la mostra di Parigi è definita giustamente un autentico “viaggio nel cuore delle culture marittime del mondo”. Quel che attende il visitatore è una imponente collezione di modelli di imbarcazioni realizzata grazie alla dedizione e alle cure dello straordinario personaggio che fu Francois-Edmond Pâris (1806-1893), scienziato, artista e -non da ultimo- ammiraglio.
In effetti, è giusto rendere merito non solo al risultato puramente tecnico raggiunto dai modelli ma anche alla vita di colui che può essere ritenuto l'inventore dell'etnografia navale; la mostra è particolarmente attenta a dare il giusto risalto alle esperienze maturate da Pâris durante i tre lunghi viaggi effettuati in qualità di esperto di idrografia, tra il 1826 e il 1840, a bordo dei piroscafi Astrolabe, Favorite e Artemise. Attraversando i mari d'Arabia, India, Cina, Giappone, Oceania, Americhe, Pâris registrò nei suoi taccuini di viaggio (attraverso rilievi, disegni e acquerelli di pregio artistico) forme e colori di numerosissime imbarcazioni tradizionali esistenti nella prima metà del XIX secolo, tra le quali baghla e dungiyah d'Arabia, kattumaran e patamar indiani, prao dell'Indocina, giunche cinesi, piroghe e canoe d'Oceania e d'Africa, umiak e zattere di canne dell'America del Sud, etc. Egli aveva il presentimento che la cultura e le tecniche che gli europei stavano esportando in tutto il mondo stessero mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della nautica tradizionale extra-europea. E così, in effetti, accadde tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento.
Pâris cercò, dunque, di infondere nei suoi appunti di viaggio (che nel 1843 prenderanno forma nell'opera Essai sur la construction navale des peuples extraeuropéens) i motivi profondi delle culture nautiche tradizionali, legati a credenze e ambienti molto specifici. Ritornato in patria, dopo aver coltivato anche la passione per gli studi sulla propulsione a vapore, che lo portarono a pubblicare un Traité de l'hélice propulsive (1855) e un Traité des machines à vapeur (1857), ebbe l'onore di essere nominato nel 1871 conservatore del Museo Navale del Louvre. Fu in questo momento che l'ammiraglio tornò a dedicarsi con tutte le forze ad un progetto scientifico che mettesse al centro lo studio dell'architettura navale delle culture lontane, attraverso la creazione e l'esposizione di modelli costruiti sulla base dei propri studi. Più di 250 modelli di imbarcazioni furono realizzati grazie ai rilievi dell'ammiraglio risalenti ai suoi tre viaggi e grazie a disegni e piani di costruzione (ottenuti tramite preziosi corrispondenti) di imbarcazioni che Pâris non ebbe tempo di studiare direttamente, tra cui trabaccoli, gondole e bragozzi veneziani e dell'alto Adriatico.
Accanto agli sforzi per la realizzazione di questo “Museo delle culture nautiche mondiali”, pubblicò anche i cinque volumi di Souvenirs de marine conservés. Una sua osservazione emblematica delle pulsioni scientifiche che lo caratterizzavano fu che “La Barca è il più bel capolavoro dello spirito umano e niente è paragonabile al suo meraviglioso insieme; inoltre, non è degna di minor considerazione rispetto ad altri oggetti creati dall'uomo. Noi europei conosciamo fin nei minimi particolari i popoli lontani da noi ma ignoriamo in modo assoluto la loro cultura nautica”.
La mostra è molto curata anche nel suo allestimento scenografico, che riserva larga parte a filmati riguardanti le moderne indagini etnografiche e anche a campi come l'archeologia subacquea e navale francese, che tanto hanno contribuito ad arricchire il panorama delle conoscenze sulle tecniche di costruzione in età antica. 
Alessandro Asta



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