La Russia e l'archeologia subacquea
Cresce in Russia l'interesse per l'archeologia subacquea. A Staraya Russa, cittadina di 35.000 abitanti a un centinaio di chilometri da Velikij Novgorod e a trecento da San Pietroburgo e dal mare, scelta da Dostoevskij per ambientarvi parte delle vicende dei Fratelli Karamazov, si conclude oggi un grande convegno di storia e archeologia, con relatori da gran parte degli Stati dell'ex Unione Sovietica e con ospiti europei. Tra i temi trattati, anche le novità e le prospettive dell'archeologia subacquea, con le nuovi importanti scoperte nelle acque del Mar Nero, del Mar Baltico e del fiume Voljov di Novgorod. Tre scenari di ricerca in cui, come ha dichiarato Alexandr Okorokov, tra i più attivi esperti di archeosub in Russia e autore di una ben documentata storia della disciplina, i lavori continueranno nei mesi a venire; si spera di assistere a nuovi esaltanti rinvenimenti come quello degli oltre quaranta relitti localizzati durante i lavori per la posa del metanodotto North Stream sul fondo del Mar Baltico.
La Russia punta molto sul proprio patrimonio archeologico sommerso: con oltre 60.000 km di coste, bagnate da dodici mari, per gran parte frequentati da età antichissime, il potenziale è straordinario. Come ha ricordato al convegno IKUWA 4 di Zara Sergej Fazlullin, tra insediamenti palafitticoli, colonie greche nel Mar Nero, grandi vie fluviali nel Medioevo, contatti marittimi con Bisanzio, Venezia, Genova e poi con l'Impero Ottomano, viaggi di esplorazione verso l'Artico e verso l'Alaska e una lunga serie di battaglie navali combattute dalle sempre più grandi flotte russe tra il XVIII secolo e l'età contemporanea, dai velieri ai sottomarini nucleari, nelle acque del più grande paese del mondo (con una superficie di 17.075.400 kmq, pari a 57 volte quella dell'Italia) esiste un patrimonio archeologico sottomarino immenso. Una ricchezza solo in minima parte toccata dalle missioni archeologiche svolte sul territorio a partire dagli anni Cinquanta (eccezion fatta per alcuni recuperi precedenti) e in particolare dagli anni Ottanta in poi (con una forte flessione negli anni Novanta per la caduta dell'URSS).
Dal 16 febbraio scorso è stata creata una Commissione Interdipartimentale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, direttamente dipendente dal Ministero della Cultura, e c'è forte attesa, da parte della comunità scientifica, per la ratifica, anche da parte della Russia, della Convenzione UNESCO (che, in ogni caso, come dichiarato da Fazlullin, tutti gli archeologi subacquei russi già rispettano rigorosamente). C'è ancora molto da fare: mancano Musei e Laboratori specializzati, manca una legislazione specifica, mancano ancora percorsi formativi adeguati, ma la sensazione è che la situazione sia in fermento e che negli anni a venire la Russia avrà moltissimo da dire nel campo dell'archeologia subacquea mondiale.
Ciao, se nei prossimi mesi inizia un corso di archeologia subacquea (archeosub) puoi inviarmi il programma che lo pubblico nel blog subacquea http://subacquea.myblog.it - ciao e complimenti per il blog.
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