Il faro di Sperlonga, il giardino acquatico e le murene di Tiberio: i risultati delle ultime ricerche

Sono state presentate ieri, nel corso di una giornata di studi, le ultime ricerche archeologiche svolte dall'Università di Milano e dall'Università di Napoli "L'Orientale", in convenzione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio, nella grande villa imperiale di Tiberio a Sperlonga.

I lavori a terra, affidati all'Ateneo milanese, sotto la guida di Fabrizio Slavazzi, hanno permesso di riportare l'attenzione su evidenze e strutture architettoniche finora trascurate; i saggi di scavo condotti nell'area hanno consentito inoltre di riportare alla luce e di documentare in maniera dettagliata anche un grande forno, del diametro di oltre due metri. 

Le indagini subacquee dell'Orientale di Napoli, svolte con il coordinamento scientifico di Fabrizio Pesando e la direzione sul campo di Michele Stefanile, sono state invece concentrate nelle grandi piscine della grotta e, all'esterno della villa, nel tratto di mare antistante la residenza imperiale e nelle acque intorno al promontorio della Torre Truglia. 

Proprio lo studio dell'area della Torre ha permesso la verifica di una segnalazione riguardante alcune murature connesse con una possibile struttura di segnalazione/avvistamento; al di sotto dei possenti muri della torre-simbolo di Sperlonga, effettivamente, sono stati documentati elementi murari relativi a un edificio preesistente, con almeno due fasi edilizie, la prima contemporanea alle residenza imperiale, la seconda, con il reimpiego di materiali precedenti, presumibilmente risalente alla Tarda Antichità. 
Si tratterebbe dell'antico faro, parte di quel sistema di edifici di segnalazione più volte citati dalle fonti antiche proprio a proposito dell'imperatore Tiberio. Non stupisce, d'altronde, la sovrapposizione fra faro antico e torre medievale/moderna, vera e propria costante dell'archeologia dei paesaggi costieri.

I lavori lungo la spiaggia hanno poi permesso di documentare e georeferenziare un gran numero di elementi architettonici, oggi sommersi, e certamente da attribuire ai quartieri prospicienti il mare della grande villa. 

Nella grotta, infine, la documentazione subacquea delle murature, lo studio dell'articolazione delle vasche e la pulizia dell'isolotto al centro della piscina hanno restituito novità inattese e stimolanti per la comprensione del punto in cui maggiormente si sono concentrate le attenzioni degli studiosi, da oltre mezzo secolo, per il rinvenimento delle favolose sculture oggi esposte al Museo di Sperlonga.

E' stato così possibile riconoscere non già una generica peschiera, ma un grande murenario, dotato di tutta una serie di accorgimenti necessari per l'allevamento del feroce quanto apprezzato pesce serpentiforme; novità sono emerse anche riguardo all'isolotto centrale, da sempre considerato un triclinio per sontuosi banchetti in mezzo ai pesci e alle sculture dell'Odissea, tra il gruppo marmoreo dell'accecamento di Polifemo e il profilo reale dell'isola-non isola di Circe, e più probabilmente da interpretarsi, sulla base dei nuovi rinvenimenti archeologici, come un grande giardino acquatico. 

La presenza del Soprintendente Elena Calandra, e dei rappresentanti dell'Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse e del Comune di Sperlonga, oltre a una nutrita partecipazione di pubblico, hanno mostrato quanto fattivo sia il supporto da parte delle istituzioni, e quanto forte sia l'interesse da parte della società e dei cittadini sperlongani, depositari di un patrimonio di eccezionale valore, a terra e in acqua. 

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