Altri due relitti antichi a Piazza Municipio. Nuove sorprese dal porto di Napoli
Poche settimane fa diffondevamo su queste pagine la notizia della scoperta di un nuovo relitto nel grande cantiere della metropolitana di Napoli a Piazza Municipio.
Ieri, in una sala conferenze gremita, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono state rese note le ultime novità emerse nel corso dello scavo; il funzionario responsabile della Soprintendenza Archeologica per il territorio di Napoli, Daniela Giampaola, e l'archeologa navale che da anni cura lo studio dei relitti di Piazza Municipio, Giulia Boetto, del Centre Camille Jullian dell'Università di Aix-Marseille, hanno mostrato tutte le ultime scoperte.
Se, infatti, nel solco della grande stagione dell'archeologia urbana partenopea, iniziata negli Anni Ottanta del Novecento, gli scavi del metrò hanno restituito un'infinità di testimonianze del passato cittadino, arrivando a fornire finalmente un quadro dettagliato della linea di costa e dei suoi cambiamenti nel corso dei secoli, il maxi-cantiere di Municipio, laddove presto aprirà la nuova stazione della Linea 1, e dopo un po' anche il nodo di interscambio con la Linea 6, ha offerto e continua ad offrire le scoperte più entusiasmanti.
Finora erano stati resi noti solo i relitti di Napoli A, Napoli B e Napoli C, scavati su doppi turni nel 2004 e oggi stoccati in un grande magazzino in attesa di poter trovare finalmente restauro e degna collocazione: scafi notevoli, datati a partire dal I secolo d.C., ben conservati (i legni di Napoli A arrivano fino al livello di cinta), ricchi di informazioni (come la grande serie di riparazioni, zeppe e toppe che avevano cercato di allungare la vita delle navi, sempre più malmesse), di tipologie particolari (come il relitto di Napoli C, con prua a specchio, identificato come una horeia, piccola imbarcazione di servizio in ambito portuale).
Oggi sappiamo, grazie alle ultime ricerche, che il porto di Napoli antica era circondato da banchine, che era soggetto a continui problemi di insabbiamento (come testimoniano i dragaggi effettuati a partire dall'età ellenistica), che sulle rive si situava un impianto termale (puntualmente documentato) e che sul fondo portuale si era accumulata nei secoli una quantità incredibile di materiali, in minima parte oggi esposti nella mostra realizzata all'interno della stazione Museo della Linea 1.
L'allargamento del cantiere ha regalato negli anni la scoperta di un nuovo relitto, Napoli E, il più antico, datato al III secolo a.C., con chiglia e fasciami rivestiti di piombo, secondo l'uso del tempo.
In questi giorni gli archeologi sono alle prese con le ultime scoperte: due nuove navi, entrambe rinvenute ai limiti dell'area di cantiere, e tagliate in pieno dalle paratie dello scavo. Il relitto di Napoli F, datato al II-III secolo d.C., di non semplice documentazione, per la quantità di legni devastati e ammassati sul sito, e il relitto di Napoli G, di eguale cronologia, tagliato in senso longitudinale dallo scavo e già rimesso in luce per una lunghezza di circa dieci metri.
Infine, sempre dall'area nuova di scavo, ancora una scoperta: sono stati trovati, infatti, legni navali, remi, pezzi di albero, forse la testa di un remo-timone, di riutilizzo, conficcati nel fondo, dopo il III secolo d.C., per fare palizzate.
La nuova stazione di Piazza Municipio aprirà presto i battenti: nel progetto Siza-Souto de Mura, conterrà larghi spazi espositivi, e permetterà di viaggiare nel tempo, ai limiti della grande cinta bastionata del Castel Nuovo, rasata e interrata dopo l'Unità d'Italia, in un'area in cui, scendendo nel sottosuolo, si sono trovate le tracce aragonesi, i resti del Palazzo dei Del Balzo, con gli stemmi di XIV secolo, un ambiente di XIII secolo con una grande vasca che attingeva all'acqua di falda, e poi, più giù fino a -17,70 metri dall'attuale piano di calpestio, il porto, il mare, le navi.
La storia di una delle città più affascinanti del Mediterraneo è lì, e attende solo di essere raccontata.
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