Solo pochi giorni fa avevamo commentato la creazione di
un nuovo itinerario subacqueo in Bretagna, con il riposizionamento sul fondale di un gruppo di ancore ottocentesche, e con l'occasione avevamo rievocato la creazione dei
sentieri subacquei dei calanchi di Frioul, con le anfore del Grand Congloué nuovamente tra pesci e alghe. Leggiamo adesso che oltralpe la creazione di itinerari sottomarini procede sempre più spedita, e che anche un campione cospicuo delle
anfore del relitto della Madrague de Giens, uno dei più importanti e noti carichi di vino tardo-repubblicano a noi pervenuti, è stato riposizionato sul fondale.

Si tratta, nella fattispecie, di 150 anfore vinarie Dr. 1B, recuperate negli anni Settanta in quello che fu uno scavo (durato undici campagne) estremamente importante per la comprensione del commercio marittimo antico e dell'architettura navale di età Romana. Il relitto della Madrague, rimasto per oltre venti secoli sul fondo del mare, al di sotto di fitte matte di posidonia e a poca distanza dalla penisola di Giens, nel Var, custodiva in sé
una cospicua quantità di dati archeologici relativi alle modalità di carico delle anfore, alle rotte di risalita del Tirreno, alla presenza di carichi secondari e corredi di bordo, fino alle modalità di costruzione navale e all'attività degli
urinatores, che sul sito avevano lasciato traccia del loro passaggio.

Con la reimmersione di
120 anfore (che si aggiungono alle prime 30, già collocate tre anni fa) nel sito de
La Tour Fondue, a 6 metri di profondità (il sito originale di rinvenimento del relitto, più lontano, era in realtà a -20 mt.), un pezzo di storia ritorna in acqua, dopo anni di studi, per raccontare a sub e visitatori l'emozione della scoperta di un antico carico sul fondo. Anelli d'acciaio alla base dei singoli reperti proteggeranno le anfore da eventuali malintenzionati: la convenzione UNESCO, d'altronde, considera la conservazione
in situ come prioritaria, sempre e comunque garantendo la sicurezza del patrimonio.
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