Con lo smartphone tra le ville sommerse di Baia

Se l'app dedicata all'esplorazione del relitto di Xlendi, a Gozo, sviluppata dal gruppo di 3D Research per il progetto iMareCulture, colpisce per la possibilità di raccontare a tutti l'immersione su un sito profondo, un'altra app, realizzata nell'ambito dello stesso programma di ricerca lascia letteralmente senza fiato.

Stavolta il sito è sotto costa, sommerso da pochi metri d'acqua, ma straordinario: si tratta della villa con ingresso a protiro, forse il più noto, insieme al Ninfeo di Punta Epitaffio, tra i siti archeologici sommersi del Parco di Baia, la città romana nel Golfo di Napoli sprofondata per effetto del bradisismo.

Tramite l'app, fruibile su smartphone e tablet, Android e iOS, è possibile immergersi tra i resti della villa, così come avviene oggi per i tanti sub che frequentano il Parco, oppure "togliere l'acqua" e sorvolare le rovine come in un sito terrestre; infine, raggiungendo uno speciale marker, si può viaggiare indietro nel tempo e scoprire la villa con i suoi arredi e le sue decorazioni, così come doveva apparire in un assolato pomeriggio di diciotto secoli fa.

Una vera meraviglia, perfettamente in linea con le più recenti tendenze internazionali in materia di fruizione e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo.

L'app è scaricabile gratuitamente cliccando su questi link: Android  iOS

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