Ritrovato un nuovo elemento del meccanismo di Anticitera

L'incredibile Meccanismo di Anticitera, il complicato orologio astronomico ritrovato sul fondo dell'Egeo tra i resti di un naufragio datato al I secolo a.C., può contare oggi su un nuovo elemento:  tra i materiali recuperati nel 2017 dal fondale di Antikythera, isolotto a sud del Peloponneso, nel corso di un'affascinante serie di esplorazioni a 55 metri di profondità, è stato infatti identificato anche un piccolo disco bronzeo, che rientra perfettamente nel complesso sistema di ingranaggi del Meccanismo. 

Lo strumento faceva parte, come è noto, degli oggetti trasportati su una nave che affondò verosimilmente intorno al 60 a.C., disperdendo sul fondale una grande quantità di statue e sculture, oggi visibili nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Atene, e recentemente oggetto di nuove indagini approfondite da parte di un team italiano. Il carico fu identificato ai primi del Novecento da pescatori di spugne, e fu nuovamente esplorato nel 1976 da un gruppo coordinato da Jacques Cousteau.


Nel 2012 una nuova ambiziosa missione ha iniziato a documentare i fondali di Anticitera con l'ausilio di tecnologie avanzate, identificando oltre cento preziosi frammenti, compresi alcuni resti umani, e trovando nuove risposte a interrogativi aperti da oltre un secolo.

Il nuovo elemento del Meccanismo non modifica l'interpretazione del famoso oggetto, frutto di una serie di ricerche confluite in un famoso articolo su Nature e in una serie di stupefacenti ricostruzioni tridimensionali. Il computer dell'antichità, come è stata definita la Macchina di Anticitera, era un raffinato orologio astronomico, in grado di calcolare equinozi e fasi solari e lunari, transiti e rivoluzioni siderali con una precisione che l'Europa avrebbe ritrovato apparentemente solo in età moderna, grazie ai lavori di orologiai sempre più precisi. Il disco rinvenuto nel 2017, del diametro di 8 cm, serviva probabilmente a calcolare i movimenti e la posizione della costellazione del Toro, come attesterebbe la raffigurazione di un toro, a rilievo, riconosciuta grazie a una serie di tomografie in grado di leggere la superficie dell'oggetto al di sotto delle concrezioni. Per gli archeologi coinvolti nel team, in ogni caso, potrebbe trattarsi anche di parte di un secondo oggetto di fattura simile al Meccanismo.



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